domenica 16 novembre 2008

Donna in croce



MILANO - Un manifesto per la campagna contro la violenza sulle donne: una donna nuda nella posizione del Crocifisso, con il panno che nell'iconografia tradizionale copre l'inguine del Cristo e la scritta: "Chi paga per i peccati dell'uomo?". E in didascalia: "Solo il 4% delle donne vittime della violenza denuncia il proprio carnefice. Le altre pagano anche per lui". E' la proposta che al settore pubblicità del Comune è arrivata da Telefono Donna per la campagna in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne che si celebra il 25 novembre.

La richiesta di Telefono donna è per l'esposizione di 500 manifesti con questa immagine su altrettanti spazi di affissione pubblica del Comune. Nel manifesto la donna è distesa su un lenzuolo, due cuscini dietro le braccia aperte, le gambe con i piedi sovrapposti, il palmo delle mani parzialmente disteso, come trafitto dai chiodi, nella posizione del Crocifisso nella tradizionale iconografia cristiana.

L'assessore comunale all'Arredo urbano, Maurizio Cadeo, è contrario. E spiega: "Non so se ho gli strumenti per negare gli spazi, ma ne respingo totalmente il contenuto che offende la nostra tradizione cristiana. Pongo il problema politico e ne informerò il sindaco: chiederò a telefono Donna di ritirare il manifesto".

"Lasciamo che sia l'assessore Cadeo a decidere. E' difficile dare giudizi. I giudizi rischiano di essere personali. Non è facile". Così il sindaco, Letizia Moratti, a margine della presentazione del centro congressi più grande d'Europa a Fieramilanocity, ha risposto riguardo al manifesto di Telefono Donna contro la violenza sulle donne.

"Sono onorata di quello che ha detto il sindaco sulla vicenda del manifesto. Ha dimostrato attenzione, classe e sensibilità. Un grande plauso, non è caduta nella trappola di chi vuole lo scontro. Purtroppo altri non sono al suo livello". Così Stefania Bartoccetti, fondatrice di Telefono Donna, interviene riguardo a quanto detto oggi dal sindaco, Letizia Moratti, oggi sul manifesto con una donna nuda in croce.

"Continua a sembrarmi deplorevole - dice Bartoccetti - il comportamento dell'assessore Cadeo: sarebbe bastato che mi chiamasse per dirmi che non era d'accordo sull'immagine, non l'ha ancora fatto. E non trovo giusta l'accusa di avere usato in modo offensivo il tema religioso: se uno non avesse fede non potrebbe testimoniare ogni giorno l'impegno in favore delle vittime della violenza. Il sindaco lo ha compreso e per questo ha assunto quella posizione. La ringrazio per la sensibilità che ha dimostrato verso un'associazione di volontariato che opera da 16 anni, con 75mila casi affrontati e risolti".

"Non saremmo mai partiti con la stampa di 500 manifesti se non avessimo avuto l'autorizzazione del Comune. Il fatto è che gli uffici del settore ci hanno già autorizzato. L'assessore non mi ha detto nulla delle sue obiezioni. Ne vengo a sapere ora dalle agenzie e ne sono rimasta sorpresa. Abbiamo già ricevuto l'autorizzazione sugli spazi e sull'immagine - spiega - e ho già chiesto al Comune i tempi per fare avere i manifesti. Ne sono pronti 500 in formato 100 per 140. Sono stupita e non mi sembra che si un modo molto corretto di procedere: dare l'approvazione e poi presentare le obiezioni tramite la stampa. Se ci avessero detto che non si condividevano i manifesti, non saremmo andati avanti". La campagna, spiega Bartoccetti, è stata ideata dall'agenzia Arnord Worldwide Italy.

"Certo è un'immagine con un messaggio di forte impatto - dice Bartoccetti - ma la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne non parla di caramelle, e in una campagna non si possono solo dare dati sul numero di violenze. Il nostro compito è di dare ascolto e voce a chi si trova a vivere questa violenze, e il loro vissuto è : mi sento in croce. Il messaggio che vogliamo dare è di profonda sofferenza: per carità, non da paragonare a quella del Cristo, ma comunque di profonda sofferenza". Nessuna intenzione, precisa Bartoccetti, "di entrare in contrasto con l'amministrazione, anche se non mi aspettavo la posizione assunta oggi dopo aver concesso l'autorizzazione".

"Chiediamo il ritiro immediato di questa campagna, che persegue un fine giusto strumentalizzando il simbolo della cristianità". E' la posizione del capogruppo di An a palazzo Marino, Carlo Fidanza, riguardo al manifesto di Telefono Donna per la Giornata contro la violenza sulle donne. "Serve più rispetto per il nostro patrimonio culturale. Si parla tanto di decoro: vedere affissi per Milano manifesti così - sottolinea Fidanza - urta contro il decoro, oltre che contro il buon senso e la morale pubblica".

"Inviterei Telefono Donna a lavorare di più su iniziative concrete sul territorio e meno a scimmiottare Toscani. Quella è un'immagine di assoluto cattivo gusto". Così il capogruppo di Forza Italia in Comune, Giulio Gallera, interviene sul manifesto proposto da Telefono Donna al Comune per la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. "La sensibilizzazione sul tema della violenza sulle donne va affrontato in modo diverso che con immagini che da una parte offendono chi ha fede religiosa e dall'altra sono di cattivo gusto. Telefono donna farebbe meglio a occuparsi di iniziative concrete sul territorio".

(Fonti: repubblica.it, affariitaliani.it)

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