UDINE - Un prete e un imam, professionisti e studenti, operai e impiegati: secondo la Polposta di Udine "c'è uno spaccato quasi completo della società italiana" nell'indagine sulla pedopornografia che ha portato ad arrestare due persone, indagarne un centinaio di persone (98 per la precisione) e a sequestrare 118 computer e un ingente quantità di materiale.
L'operazione è stata denominata "I West". Le persone indagate sono di età compresa tra i 26 e 59 anni "e rispecchiano - ha detto Romeo Tuliozzi, responsabile della Polposta di Udine - un po' tutte le categorie sociali. Ci sono anche operatori di culto cattolici e musulmani". Impressionanti i numeri degli oggetti sequestrati: oltre ai pc, 168 hard disk, 3.634 cd, 678 dvd, 579 videocassette e 49 pendriver.
L'indagine è partita 'monitorando' un sito internet, per accedere al quale si doveva pagare 98 dollari, che pubblicizzava solamente materiale pedopornografico. Si è così potuto appurare che il server era negli Stati Uniti, mentre la società che gestiva il traffico era di Minsk (Bielorussia). Contatti con il Dipartimento dell'Immigrazione Usa e con il Dipartimento per i crimini informatici di Minsk hanno permesso di debellare la 'banda'.
Nella capitale bielorussa, in particolare, sono stati sequestrati quattro milioni di dollari provento degli acquisti on-line di materiale pedopornografico.
In Trentino la Polizia postale ha arrestato D.P., segretario comunale del comune di Tassullo dal 1998 ma residente a Gardolo, sobborgo a nord del capoluogo, e A.G., operaio di Trento.
Mercoledì erano state perquisite le loro abitazioni e, nel caso di Passigli, anche l'ufficio in Comune dove è stato sequestrato un computer. Poi i due arresti. L'operazione "I West" segue di qualche giorno quella della polizia del Molise che aveva portato agli arresti domiciliari di altri due trentini: S.S. dipendente di un negozio di Trento e R.B. un operaio di Borgo Valsugana. A quest'ultimo sarebbero stati sequestrati una cinquantina di CD e DVD con migliaia di immagini proibite. Nell'abitazione di Trento la polizia aveva sequestrato due computer. Entrambe le persone coinvolte nell'inchiesta hanno negato di aver mai scambiato materiale pedopornografico.
(Fonte: repubblica.it)
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