martedì 3 novembre 2009

Padre orco in cella


Abusi sessuali sulla figlia neonata. Padre orco in cella
Nei guai anche la mamma che ricattava il marito ma che continua a vivere accanto alla bambina

TORINO, 3 novembre 2009 - Alcuni giorni fa un uomo è stato condannato a 5 anni e 4 mesi dal tribunale di Torino per avere compiuto atti sessuali ai danni della figlia quando lei era nata da appena tre mesi. Dopo la sentenza, l’imputato, ancora a piede libero, era tornato a vivere con la bambina e con la compagna, ma ieri è stato arrestato.
L’uomo, che abita ad Anzio in provincia di Roma, è stato portato in carcere da agenti della sezione di polizia giudiziaria torinese. La misura cautelare è stata firmata dal gup Edmondo Pio per prevenire rischi di reiterazione del reato. Nel frattempo, era finita nel mirino della magistratura anche la mamma della piccola, indagata con l’accusa di concorso omissivo in violenza sessuale.

Le intercettazioni telefoniche avevano infatti consentito di scoprire che la donna era a conoscenza degli abusi commessi dal marito e per questo motivo ricattava l’uomo: «Fai come ti dico, altrimenti ti denuncio». Protagonisti della vicenda sono un uomo che oggi ha 70 anni e la moglie di 47. Sono i genitori della piccola, nata nel 2003 ( quando la famiglia abitava a Torino e papà orco aveva 66 anni) e vittima di abusi sessuali da parte del padre già tre mesi più tardi. L’uomo aveva l’abitudine di mettersi completamente nudo nel letto matrimoniale, accanto alla neonata. Poi infilava una mano nel pannolino della piccola e la accarezzava nelle parti intime. Altre volte sfregava il proprio organo sessuale contro il pannolino della bimba, procurandole arrossamenti e sanguinamenti vaginali. Un giorno la mamma della neonata si è accorta della presenza di un pelo pubico nei pannolini della figlia, credendo che il problema fosse legato alla marca dei pannolini, decise di acquistarne di un’altra marca.

Ma i peli pubici non sparirono. La donna continuò a non sospettare di nulla, poi qualche giorno più tardi, rientrata a casa, scoprì il marito occupato a sfregare il proprio pene contro il pannolino della bimba. La donna restò in silenzio a osservare, ma da quel momento in avanti cominciò a ricattarlo.
Tutti fatti emersi nel corso delle intercettazioni telefoniche disposte dal tribunale: «Guarda che se mi girano i coglioni te ce faccio finire in carcere», «L’altro anno a novembre so esplosa», «Per fortuna lei era piccola e non ricorda nulla», «L’ho staccata molto dal padre, ma mi so dovuta licenziare per non lasciarli soli».
Frasi che non hanno lasciato dubbi: la madre sapeva e ha taciuto. Anzi, la madre sapeva e ha ricattato il marito. Ecco perché, adesso, è finita nei guai anche lei. Peccato, però, che la donna continui a vivere con la figlia. Toccherà al Tribunale di Roma (dal momento che la famiglia si è trasferita nel frattempo in una località del Lazio) prendere una decisione, dopo l’arresto del padre, su questa situazione paradossale.

(Source: cronacaqui.it)

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